Era il 9 novembre 1989


Il muro di Berlino cadde quel giorno, dopo aver diviso una città per 28 anni.
Io ero soltanto una ragazzina. Ricordo soltanto le immagini delle persone vicine a un muro coperto di graffiti. C'erano delle guardie sopra il muro. E c'era un senso di euforia.
Allora capivo solamente che era successo qualcosa di importante, ma la mia testa non sentiva l'esigenza di chiedersi di più.

Sono stata a Berlino quando avevo 20 anni. Del muro non rimaneva quasi traccia. Su Potsdamer Platz si innalzavano le costruzioni di Renzo Piano e il cielo era trafitto dalle gru. Si costruiva ovunque.
La fisionomia degli edifici della Berlino Est erano ancora riconoscibili, ma, nonostante avessi studiato e mi fossi preparata per il viaggio, facevo fatica a capire come potesse un muro contenere parte di una città, cosa significasse essere murati nel proprio paese.

Sabato ho ricordato che la ricorrenza era imminente e sono tornata a Berlino in Twinity.
Per l'occasione la replica virtuale della città ospita un interessante museo all'aperto dedicato alla storia del muro, in parte ricostruito.
Entrando dai punti di accesso si viene proiettati nel 1989, prima del 9 novembre.
E non è bello quello che si vede.


Si cammina nella striscia della morte, quella terra di nessuno che separava la zona est della città dal muro, inavvicinabile. Angosciante.
Questo è quello che ho visto. Non è vero, ma lo è stato.






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